Privacy violata da Facebook, il nuovo aggiornamento dice che gli utenti coinvolti sono circa 87 milioni, di cui 214 mila italiani, e non 50 come dichiarato in precedenza. Lo scandalo che ha coinvolto la Cambridge Analytica, società di marketing della destra statunitense, è ben lontano dall’essere dimenticato.
La società ha avuto accesso a più dati personali di quanto avrebbe dovuto. Facebook, nella sua ultima stima, ha annunciato che gli utenti coinvolti si aggirano intorno agli 87 milioni. Gli iscritti avevano inserito i propri dati nell’applicazione di Zuckerberg che successivamente li ha passati alla Cambridge Analytica.
La Cambridge Analytica era già famosa perchè coinvolta nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti per la campagna 2016 e in quella della Brexit nel Regno Unito.
Privacy violata da Facebook: 87 milioni gli utenti coinvolti
Il New York Times aveva stimato che il numero di utenti coinvolti si aggirasse intorno ai 50 milioni, proprio Facebook ha rincarato la dose, palesando il suo scarso rispetto delle regole.
Facebook è vincolata per legge a non condividere i dati degli iscritti con altre aziende, eppure i numeri esorbitanti mostrano la sua cattiva condotta.
Da lunedì 9 aprile Fb informerà gli utenti “spiati”, tramite un avviso, che i loro dati sono stati utilizzati in maniera scorretta e permetterà di rivedere le autorizzazioni precedentemente concesse alle applicazioni.
Mark Zuckerberg, CEO di Fb, ha affermato che la stima è stata effettuata per eccesso: ”il numero massimo di persone che potrebbero essere state interessate”.
Privacy violata da Facebook: la Cambridge Analytica dà un’altra versione
Al centro dell’occhio del ciclone, la Cambridge Analytica ha smorzato la tensione, dichiarando cifre più basse e una diffusione legata a 30 milioni di utenti.
Zuckerberg , di solito restio alle interviste, è stato invece molto presente nella vicenda, reo di aver sottovalutato il problema della privacy per i suoi clienti.
Il CEO è in bilico, in questi giorni dovrà testimoniare davanti una commissione del Senato e una della Camera del Congresso, Fb infatti è indagata per possibili interferenze in Russia nel periodo della campagna elettorale del 2016 che avrebbero screditato la Clinton a favore di Trump.
A minacciare Zuckerberg è anche la possibile multa di diversi miliardi legata alla violazione di un accordo del 2011, che vincolava Fb a tutelare meglio la privacy degli iscritti.
“Ho chiaramente commesso un errore, avremmo dovuto fare di più” ha detto Zuckerberg.