Da sempre la questione è “ calda “ e mai passata di moda. I gusti personali sono sempre in discussione e non c’è una verità univoca su cosa determini le preferenze di ciascuno di noi. Basti pensare alle influenze sociali e religiose che da sempre hanno influenzato le nostre scelte nella nostra vita amorosa, sia per gioco che per relazioni stabili. Ad esempio pochi sanno che ai tempi dei greci era assolutamente normale avere partner dello stesso sesso.
Ancora meno sono a conoscenza del fatto che proprio Achille avesse un concubino e si trattava proprio di Patroclo, da sempre spacciato per il cugino, proprio per questioni etiche e culturali (se non ci credete, approfondite l’argomento!). Oggi l’argomento torna sotto i riflettori sotto i più svariati punti di vista. Legalizzare le coppie omosessuali? Autorizzare il matrimonio? E come la mettiamo con le adozioni? Non sono gli argomenti che risolveremo in poche righe, ma vedremo assieme alcuni aspetti del tema che solitamente non sono considerati.
Iniziamo dal primo e più interessante punto, in quanto sfata il mito che il proprio orientamento nella ricerca di un partner sia una un fenomeno rigido, ovvero non soggetto a cambiamenti continui mentre invece fu proprio il biologo sessuolgo Alfred Kinsey nel 1948 ad appurare che la ricerca del partner di genere opposto o uguale è un continuum di cambiamenti piuttosto che un fattore prestabilito ed immutabile. Infatti:
1 essere gay o etero dipende da una dove siamo nati, il contesto culturali e da fattori biologici e genetici. Nulla è prestabilito. Di norma si nasce eterosessuali, ma possono verificarsi dei cambiamenti in corsa assolutamente radicali.
2 fantasia e desiderio possono portare a voler sperimentare “situazioni nuove“ che possono portare ad un drastico cambiamento dei propri gusti.
3 pressioni sociali, culturali e scelte educative indirizzano in modo significativo il nostro orientamento. È stato infatti appurato che in assenza di tali influenze le scelte del partner, per rapporti occasionali o continui, sarebbero assai diverse.
4 non esiste il gene dell’omosessualità. Nessun ricercatore, nemmeno il più accanito è riuscito a dimostrare scientificamente l’esistenza di un fattore ereditario che determini la sessualità di un soggetto.
5 le donne hanno più tendenza a giocare su due fronti, la loro sessualità è molto più libera rispetto a quella di un uomo. Troverete molto più facilmente una foto di due amiche che si baciano in modo assolutamente naturale e libero rispetto a due amici ufficialmente etero.
6 il maschio tende a conservare la sua scelta sessuale. la donna è più soggetta a variazioni.
7 l’ipotesi che l’omosessualità sia un dato immutabile, per quanto ufficialmente smentita, rende più facile l’accettazione del comportamento omosessuale in una società in gran parte ancora fortemente omofoba.
8 non esiste “ la cura “. Nessun trattamento psicologico o religioso è in grado di alterare l’orientamento di un soggetto una volta affermato. Solo clamorosi fallimenti,
9 il mito che esista una sessualità deviata dalle esperienza precedenti fa acqua da tutte le parti. Nessuna correlazione tra traumi infantili deficit educativi, rapporti difficili con i genitori o con l’altro sesso. Così come non è stata trovata nessuna correlazione tra orientamento sessuale e psicopatologia. Presupposti ritenuti veri fino agli anni 70.
10 il proprio orientamento è espressione di sé. Non esprimersi è fonte di gravi danni psicologici.