Il funambolo: colui che pratica l’arte del funambolismo.
Il funambolo è colui il quale “deambula” su una fune tesa, sospesa nel vuoto, mantenendosi in equilibrio e calcolando ogni singolo passo, un piede in fallo e lo spettacolo sarebbe finito, tra fischi e i probabili ortaggi lanciati dal pubblico, o molto più gravemente con la frattura scomposta di una gran parte del proprio scheletro.
La storia ci ha donato grandi artisti del genere, pensate che già nel 1876 una donna Italo-tedesca, Maria Spelterini, attraversava le cascate del Niagara usando questa spettacolare e unica tecnica, e ci riuscì senza doversi fare un alquanto fastidioso bagno con premesso tuffo carpiato.
Alla già difficile “camminata” sul filo, il bravo funambolo riesce ad aggiungere sfiziose e complicate evoluzioni di giocoleria, il tutto producendo lo stesso stupore dello spettacolo circense.
Che vita, penserete!Sospesi su un filo, calcolanti ogni singolo passo, e quindi l’equilibrio del vostro peso, facendo del rischio il pane quotidiano.
Meno male che la Terra è piatta, e han creato i ponti, le funi e i fili li lasciamo a quegli schizzati!
Ma,fermatevi un attimo, se vi può aiutare chiudete gli occhi (anzi no, sennò non potete leggere).
Pensate
Pensate che la fune potrebbe rappresentare il percorso della vostra vita: il palo di partenza è la nascita, quello di arrivo non lo si vede, è nascosto o da una luce accecante o da un’oscurità spaventosa (questo dipende dal vostro atteggiamento rispetto al vivere).Pensate di ritrovarvi a dover percorrere questa fune, i primi passi sono stentati, spaventati, a gattoni, accompagnati da i vostri vecchi maestri funamboli, pronti a porgervi la mano quando state per cadere, o semplicemente a stendere una rete elastica sotto la fune.
Il percorso continua, la fune non cambia, è sempre la stessa, lo stesso spessore , colore e tensione:quel che cambia è l’altezza di essa, non ve ne siete accorti ma a poco a poco la fune si è innalzata da terra, impercettibilmente , e ora vi accorgete di essere ad una altitudine maggiore, chiamata “Età”.
Avendo ormai preso confidenza con il camminare in equilibrio semplice, si fanno le prime scelte…se continuare di questo passo, se accelerarlo, rallentarlo, se rischiare dei saltelli o se, ancor più coraggiosamente, aggiungere dei pesi alle proprie braccia, per rendere il tutto più interessante.
I pesi sono le responsabilità, la carriera e le loro conseguenze, belle o brutte che siano.
Ma hanno un manico strano, ci costringono a tenerli con la mano destra, rischiando di cadere dalla fune.
Allora dobbiamo dotarci di pesi con il manico opposto;
Eccoli li, in un angolo del circo, sono le gioie della vita, gli interessi personali, la cura verso se stessi.
Prendiamone abbastanza da bilanciare i pesi destri, non troppi, nè troppo pochi, o cadremo dalla fune,
e ormai i nostri maestri funamboli si sono fatti da parte, sanno che possiamo farcela da soli, interverrebbero solo in caso di emergenza, un’emergenza il cui allarme parte da noi, e molti di noi si privano o vergognano a lanciare questo allarme, cadendo giù, dove ormai non c’è più la rete elastica;
E più in la saremo, più in alto ci ritroveremo, e non sappiamo se ce la caveremmo con poche ferite o con gravi danni, irreparabili.
Non priviamoci quindi delle gioie della vita, non facciamole offuscare dall’affannoso peso dei doveri! Noi non vogliamo cadere, stiamo così bene da quassù, il panorama è bellissimo, camminiamo a testa alta , ci accorgiamo che le nostre funi alle volte si incrociano con altre , con quelle di altre persone, e alcune di loro si ritrovano ad essere parallele alle nostre.
E ci piace, ci piace, ci piace scoprire metro dopo metro cosa riserva questa corda, ci stimola, perchè ci riserva sempre un panorama diverso, e quando il panorama non cambia, siamo noi a prendere pesi diversi nelle nostre mani, per divertirci, per stimolarci, perchè siamo affamati di nuove emozioni, perchè ci accorgiamo che non è solo il cibo che ci nutre, ma sentimenti ed emozioni possono uccidere per la loro mancanza.
Nessuno ha mai detto che la vita è facile, in un modo o nell’altro la vita ci mostrerà delle difficoltà, sta a noi affrontarle nel modo che preferiamo, anche quello schietto del camminare leggeri senza pesi, senza rischi maggiori, circondati dalla noia e la mancanza di ambizione, senza condividere il percorso e senza godersi il panorama, perchè si è troppo impegnati a guardare sotto per la paura di cadere.
E sia chiaro, nessuno ha mai detto che bisogna per forza percorrere la fune!
Guardate, ci sono dei posti a sedere laggiù, accomodatevi, tra il pubblico;fate silenzio per favore, gli artisti stanno facendo il loro percorso, non disturbateli, ogni vostro commento sarebbe subdolo, perchè davvero non sapete come si sta quassù, vi siete arresi e buttati di vostra intenzione, quando non avete capito che è una fortuna avere a disposizione quella fune, e lo capirete solo quando voltandovi a destra e sinistra nel pubblico, vedrete con voi molta gente che piange perchè non ha avuto le stesse possibilità e la stessa fortuna di poter fare il proprio percorso nel pieno delle proprie forze vitali.