Stai molto tempo a navigare su Facebook durante l’orario di ufficio? Puoi essere licenziato.
Nell’era social sono aumentati i licenziamenti disciplinari per giusta causa per i dipendenti fannulloni che passano tempo su Facebook, Twitter e Instagram invece di lavorare.
Si tratta di un utilizzo improprio dei social network. Se si parla male della propria azienda sui social il rischio licenziamento è in agguato, inoltre bisogna stare molto attenti a quello che possono vedere gli altri.
La divulgazione di notizie e foto che devono rimanere riservate rientrano nell’obbligo di riservatezza.
Un esempio? Un lavoratore che ha postato foto che lo ritraggono sul posto di lavoro accanto a dei prototipi: il dipendente ha creato danno all’azienda e favorito la concorrenza e quindi è stato licenziato.
Il problema in questi casi è comprendere il limite entro il quale è possibile utilizzare le tecnologie social.
In caso di assenteismo bisogna quantificare il tempo effettivo in cui il dipendente è stato su Facebook e Twitter invece di lavorare.
Per quello che riguarda invece gli obblighi di fedeltà e riservatezza la questione è molto più complicata.