Donne che lavorano, sposate, con figli. Oppure sono single e non amano i bambini, non avrebbero mai voluto una famiglia eppure all’apparenza sembrano mature, risolte, forti, indipendenti. La sindrome da Peter Pan non è appannaggio esclusivo dei maschi.
In un libro intitolato “Eterne adolescenti” (Cairo ed.), Susanna Schimperna prova a stilare un breve elenco delle caratteristiche che descrivono queste ragazze mai diventate donne nonostante l’età: la mania di buttarsi sul cibo o rifiutarlo; l’insulto volgare nei confronti delle donne “nemiche”; il rapporto con la madre, morboso o conflittuale; l’insicurezza mista al narcisismo nei rapporti amorosi, la volontà di piacere a ogni costo, la depressione perpetua: “Non piaccio a nessuno!”; l’incapacità di fissare obiettivi a lungo termine.
Per Schimperna non sempre il vivere in una lunghissima post-adolescenza è un male. Soprattutto perché evita agli uomini l’alibi di rimanere Peter Pan, sicuri cioè di trovare costantemente donne mature pronte a fare da madre o sorella più grande. Riconoscere che la società occidentale sta costringendo un numero sempre più alto di adulti a vivere come teenager, anche quando a trenta o quarant’anni vorrebbero un lavoro sicuro e una casa, porterebbe a mettere a frutto le qualità dell’eterna adolescenza: lo spirito vivo, la duttilità, la ricerca di una personale strada verso la propria felicità, senza dogmi né schemi.