Alla nascita di un figlio, la scelta del nome è sempre la parte più complicata. Trovare un nome che piaccia ai genitori, ma che lasci contenti anche i futuri nonni, non è facile. “Chiamiamolo Giovanni!” – “Non mi piace” – “Giuseppe!” – “Già mio fratello si chiama così…” – “Francesco?” – “Mi ricorda un mio ex” – “Sergio!” – “A mia madre non piace” e così avanti per mesi. Solitamente, poi si passa a nomi stranieri. Ed ecco che in Italia iniziano a fioccare i vari “Jessica”, “Marika”, “Jennifer” o “David”. La fantasia dei genitori, a volte eccessiva, andava eliminata e allora è stata stilata una precisa legislazione riguardo i nomi, con una lista di nomi vietati di nazione in nazione.
L’anagrafe, quindi, per non permettere ai genitori di “rovinare” il futuro dei loro figli, ha vietato ai genitori di chiamare in alcuni modi i propri figli. In Italia sono vietati i nomi ridicoli o vergognosi. Le lettere ammesse per i nomi stranieri sono quelle dell’alfabeto italiano, più le comuni J, K, X, Y, W. Banditi i nomi geografici, eccezion fatta per Asia, Italia, Europa o America. Vietato anche “Venerdì”, nome di uno dei protagonisti del romanzo di Daniel Defoe “Robinson Crusoe”, perché considerato razzista.