Checco Zalone, le cinque ragioni del trionfo

Realtà
Zalone non ha paura della realtà, anzi la cerca e la racconta.

Basta fare un paragone con l’ultimo film di Alessandro Siani, Si accettano miracoli: nel quale l’attore napoletano mette in scena una sorta di presepe in un imprecisato paesino campano baciato dal sole, nel quale tutti sembrano sbucati fuori da una pellicola di cento o mille anni prima.

Un mondo anestetizzato e privo di qualunque seppur timidissimo riferimento alla contemporaneità. Siani, insomma, si ritrae spaventato davanti al proprio tempo e si rifugia in un altrove all’insegna di un vuoto estenuante, pensando che il pubblico abbia voglia solo di disimpegno.

Ma lui ha incassato in tutto 15 milioni, per carità mica poco, ma è la cifra che Zalone ha fatto in due giorni.

Questo vuol dire che gli spettatori, che reputiamo sempre ignoranti e superficiali, chiedono qualcosa di più, film in cui riflettersi e con cui riflettere.

Ovviamente vogliono divertirsi, ma preferiscono una comicità corposa, incarnata in tipi credibili e verosimili che gli restituiscono qualcosa di se stessi.

Quello che fa Zalone, con il suo paese reale che fa reagire con la maschera Checco.

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