La pipì è un universo dalla mille sfaccettature. C’è chi la fa tante volte al giorno e chi la tiene per ore e ore, chi la fa più spesso la mattina e chi la notte. Povero sonno…
Qualche domanda (e risposta) adesso promette di fare chiarezza sull’argomento e fugare dubbi.
Prima cosa, bisogna chiarire quanto spesso si deve fare pipì. C’è chi ha la cosiddetta vescica iperattiva, che obbliga donne e uomini a correre in bagno ad urinare.
Per questo tipo di persone esistono due grandi categorie di farmaci che possono aiutare, con il limite di dovere essere presi sempre e non al bisogno.
Poi ci sono le persone affette da ansia cronica. Hanno vesciche che rispondono agli stimoli esterni che possono fare scattare la voglia di urinare.
La vescica può essere allenata. Una persona normale che beve due litri di acqua al giorno (il volume minimo necessario) dovrebbe urinare ogni 4 ore durante il giorno.
Trattenere la pipì fa male, soprattutto oltre alle sei e otto ore. Il rischio di infezioni esiste quando non si riesce a svuotare completamente la vescica.
Pipì durante la notte. E’ una pratica frequente soprattutto fra i maschi. Possono avere un ruolo particolari abitudini dietetiche come bere tanto di sera ed anche di notte ed alcuni pazienti non hanno altro che problemi di sonno.
Il colore della pipì è importante. Dovrebbe essere gialla molto chiara, ma è così sensibile che bastano modesti cambiamenti dietetici a influenzarne il colore.
Se la pipì è gialla molto scura significa che si sta bevendo poco. E allora bisogna attaccarsi alla… bottiglia.