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Dammi mille baci, poi cento

Quant’erano belle le poesie del passato? Quanto sarebbe bello se la persona che ci ama ci dedicasse una poesia del genere piuttosto che uno squallido cuoricino su whatsapp?



Oggi celebriamo il grande Catullo con due delle sue poesie più famose



Viviamo



Viviamo, mia Lesbia, ed amiamoci
e le chiacchiere dei vecchi troppo arcigni
consideriamole tutte un soldo bucato.
I giorni possono tramontare e ritornare;
noi, una volta che la breve luce è tramontata,
dobbiamo dormire un’unica notte eterna.
Dammi mille baci, poi cento,
poi mille altri, poi ancora cento,
poi di seguito altri mille, poi cento.
Poi, quando ne avremo totalizzate molte migliaia,
li rimescoleremo, per non conoscere il totale,
o perché nessun maligno possa gettarci il malocchio,
sapendo che è così grande il numero dei nostri baci



 



Odi et amo



Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.



(Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.)



 



 



 



 




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