Mangiare di notte fa male alla salute. Potrebbe compromettere l’apprendimento e la memoria. Lo afferma un nuovo studio. Gli scienziati hanno sempre saputo che mangiare di notte può avere effetti negativi sul nostro corpo, dall’aumento di peso fino ad un maggiore rischio di contrarre il diabete di tipo 2. Ora una nuova ricerca condotta dall’Università della California (Los Angeles) rivela che i pasti notturni possono creare scompiglio anche nel nostro cervello. Lo studio ha dimostrato che l’abitudine agli spuntini di mezzanotte può compromettere la nostra capacità di imparare cose nuove e incamerare i ricordi.
Per lo studio, pubblicato il mese scorso sulla rivista online eLife, i ricercatori hanno analizzato il comportamento e le capacità cognitive di cavie sottoposte a severi regimi alimentari. Nell’arco di due settimane, ad alcuni topi è stato concesso di mangiare durante le ore del giorno in cui sono più attivi, ad altri soltanto nelle ore solitamente dedicate al sonno, come ha riportato New Scientist. Nonostante i diversi piani alimentari, i topi hanno goduto delle stesse ore di riposo e ricevuto il medesimo apporto calorico. Quindi, i ricercatori hanno testato le abilità cognitive dei topi, analizzando le loro performance in test comportamentali. In un test i ricercatori hanno verificato la capacità dei topi di ricordarsi, dopo 24 ore, di un ambiente specifico associato ad un lieve, ma spiacevole, shock elettrico ricevuto. Gli studiosi hanno notato che quando i topi erano posizionati di nuovo in quella stanza, gli esemplari che avevano mangiato invece di dormire erano meno spaventati di quelli che si erano nutriti normalmente. Questo dato suggerisce che i primi non ricordavano l’associazione.
I ricercatori hanno anche verificato la capacità dei topi di riconoscere un nuovo oggetto ed hanno rilevato che i topi che avevano mangiato quando invece avrebbero dovuto dormire erano molto meno capaci di ricordare l’oggetto rispetto alle cavie nutrite in orari consueti. I ricercatori sono andati avanti, dimostrando che le molecole coinvolte nella formazione dei ricordi erano alterate nei topi che erano stati nutriti nelle ore di solito dedicate al riposo. Dato che la formazione di ricordi a lungo termine è governata dall’ippocampo, i ricercatori hanno concluso che l’orario dei pasti può disturbare la fisiologia dell’ippocampo e, di conseguenza, la nostra capacità di apprendimento.