“Leggo perché ho scelto di vivere tante vite”
questa celebre frase mette in risalto l’importanza della lettura, che è evasione dalla realtà, possibilità di immedesimarsi nei personaggi riuscendo ad entrare come personaggi nella storia. Sempre più spesso però nella società moderna, gli uomini, in particolare i giovani,non hanno più voglia di “perdere tempo” sfogliando le pagine di un libro. Perché accade ciò? Da che cosa dipende? L’avvento della tecnologia ne è la causa principale: guardare la televisione è più semplice che leggere un libro, è più divertente e lo spettatore rimane passivo davanti ad uno schermo, sperando di trovare un rifugio dalla realtà spesso in programmi volgari e diseducativi. Perchè leggere quando accendendo il computer si può avere tutto a portata di mano? Facebook, Twitter, bisogna aggiornarsi continuamente, il mondo va veloce ed è difficile stargli dietro, non si ha più tempo neanche per coltivare le amicizie, figuriamoci per leggere. La superficialità regna sovrana e i libri sono “scomodi” perché rischiano di creare menti pensanti. Leggere rende liberi e consapevoli della realtà che ci circonda e la società vuole impedircelo; è molto più semplice comandare un popolo di ignoranti, e per fare ciò ci si serve delle pubblicità, dei media, per promuovere oggetti nuovi, tecnologici, distrazioni che non fanno altro che distruggere gradualmente l’uomo. Daniel Pennac nel libro ” come un romanzo” descrive l’importanza della lettura sia per i bambini che per gli adulti e conclude facendo una lista dei diritti del lettore: “Il diritto di saltare le pagine”, “Il diritto di leggere qualsiasi cosa” per sottolineare come leggere debba essere un piacere e non qualcosa di imposto. Tuttavia ci devono essere delle eccezioni: se a scuola i professori non imponessero determinate letture, probabilmente si perderebbe l’opportunità di leggere libri che rimangono nel cuore, che emozionato e aiutano a riflettere: un tipico libro imposto è 1984 di Orwell, in cui l’autore descrive un mondo in cui tutto è controllato, in cui non c’è libertà neanche di pensiero e così potrebbe diventare la nostra società se non si ricomincerà a leggere. Jane Austen diceva
” Per quello che mi riguarda se un libro è ben scritto lo trovo sempre troppo corto “
; quando ci si appassiona leggendo, il tempo si ferma, si entra in un’altra storia e quando termina, se il lettore ha amato il romanzo, si prova una sensazione di vuoto, come quando si allontana un caro amico. Si potrebbe definire il 21esimo secolo come un periodo di “nuovo analfabetismo”: la maggior parte della gente è alfabetizzata ma non sa leggere fra le righe, si ferma all’apparenza delle cose e in un mondo in cui è più importante essere che apparire i libri sono fuori posto. Continuando in questo modo si formerà una generazione di ignoranti nel vero significato della parola, ovvero una massa di gente che ignora la realtà circostante. La situazione dei lettori nella società odierna è un po’ come quella del principe Myskin, protagonista del romanzo L’ idiota di Dostoevskij: egli non è un uomo comune ma una via di mezzo fra un essere umano ed un angelo e quando prova ad esprimere le proprie idee considerate folli, gli altri lo definiscono idiota; è una persona diversa, sensibile, che gioisce anche per lo sbocciare di un fiore, egli è diverso dalla massa che lo circonda ma non può fare a meno di frequentare gli altri; anche i lettori sono diversi dalla massa e anche loro vengono spesso scherniti: “Perchè leggi? Leggere è da scemi!” “Leggi, leggi, tanto perdi solo tempo e non ti servirà a nulla nella vita.” Tutti dovrebbero riscoprire il piacere delle lettura, in particolare i ragazzi perché sono loro il futuro e i libri sono le fondamenta per fondare la società del domani, quindi bisogna