Etichettopoli
“Franco , il ragazzo di Giulia” ” Lella , la ragazza di Mirko” ” Pino, futuro sposo di Katia” “No ma Gino e Lucia non stanno assieme, vanno a letto insieme e basta”
Siamo tutti etichettati. E tutti abitanti di Etichettopoli.
Come prodotti al supermercato, veniamo etichettati dai nostri conoscenti, un po’ per fare in modo che ci riconoscano più facilmente e un po’ per ricordare le caratteristiche salienti del soggetto, in modo da evitare ogni gaffe.
Come evidenziato all’inizio,le etichette la maggior parte delle volte descrivono la situazione sentimentale dell’individuo in questione.
Ma le “etichette sentimentali” spesso e volentieri portano una pressione di cui pochi si accorgono: non è meglio pensare ad un amore libero, senza paletti e obblighi impostati da elementi esterni ai propri cuori? Se ami una persona non hai bisogno di qualcosa di imposto per poter rispettare l’amore che provi.
Non vi e’ mai capitato di vivere una relazione in una maniera cosi’ serena da non sentirvi rubare nulla alla vostra vita, e poi, quando viene “ufficializzato” il tutto, sentite di avere le spalle un po’ più pesanti, come se il vostro naturale istinto umano del “voler evadere” venisse risvegliato?
Ma poi perché “ufficializzarlo”? “Mio marito” “Sono Fidanzato” “Il mio ragazzo”, non sentite come suonino tuonanti e come tendano a distruggere ogni costruttivo prosequio alla conversazione?
Servirebbe un semplice e candido “Si, stiamo assieme” o semplicemente chiamare in causa la/il vostra/o partner usando il semplice nome proprio. State tranquilli, se amate per davvero quella persona, servirà solamente ascoltare il vostro tono della voce o la luce nei vostri occhi o il modo in cui ne parlate, per capire che si tratta del vostro partner. Di sicuro non sarà l’impostare su facebook “fidanzato con” per rendere due persone una coppia.
Questo costante etichettare fa perdere di vista il valore della relazione.
Certe coppie hanno cominciato a sperimentare relazioni in cui le due parti della coppia continuano a tenersi casa propria, cosi’ da avere libertà e convivenza quando ne sentono il bisogno! Che genialata!